giovedì 28 agosto 2014

IL CONTINENTE PERDUTO DI KUMARI KANDAM

Kumari Kandam è il nome di un ipotetico continente sommerso nell'Oceano Indiano. Il riferimento appare per la prima volta nel Kanda Puranam, una versione del 15° secolo scritta in Tamil dello Skanda Purana, il più vasto tra i diciotto Purana principali, nel quale sono riportate una serie di leggende su Shiva e i luoghi santi a lui collegati. L'antico testo cita alcune grandi inondazioni oceaniche che hanno sommerso le terre a sud dell'India.

Kumari Kandam
[Ancient Origins] La maggior parte delle persone hanno familiarità con la storia di Atlantide, il mitico continente perduto descritto dal filosofo Platone.
Fino ad oggi, le opinioni sono ancora divise sull’esistenza reale di un continente sprofondato nelle acque dell’oceano migliaia di anni fa, e se prendere le parole di Platone alla lettera oppure considerarle come racconto allegorico.
Tuttavia, nel subcontinente indiano si tramanda un racconto simile, anche se molto meno noto rispetto a quello di Atlantide. Si tratta del continente perduto di Kumari Kandam, collegato poi alla teoria di Lemuria.
Il termine Lemuria compare per la prima volta nella seconda parte del 19° secolo, quando il geologo inglese Philip Sclater rimase sconcertato dalla presenza di fossili di lemuri in Madagascar e India, ma non in Africa e Medio Oriente.
Così, in un articolo del 1864 intitolato ‘The Mammals of Madagascar’ (I mammiferi del Madagascar), Sclater propose che il Madagascar e l’India un tempo furono parte di un continente più grande poi sommerso, denominando la massa mancante ‘Lemuria’.
La teoria di Sclater fu accreditata dalla comunità scientifica di quel periodo come la spiegazione più plausibile della migrazione in tempi antichi dei lemuri dal Madagascar all’India o viceversa. Tuttavia, con l’emergere della moderna teoria sulla deriva dei continenti, la proposta di Sclater di un continente sommerso non era più sostenibile.
Eppure, la proposta di un continente perduto non è solo la teoria per la spiegazione di un fenomeno biologico, ma un’idea che si tramanda nella letteratura antica da secoli, tanto che sono in molti a credere che il continente di Lemuria sia esistito realmente.
Tra questi vi è il gruppo di nazionalisti tamil. Il termine Kumari Kandam compare per la prima volta nel 15° secolo nel Kanda Puranam, una versione del 15° secolo scritta in Tamil dello Skanda Purana, il più vasto tra i diciotto Purana principali, nel quale sono riportate una serie di leggende su Shiva e i luoghi santi a lui collegati.
Il testo riprende alcune leggende riguardanti un’antica terra a sud dell’India sommersa dall’Oceano Indiano. Il riferimento più antico risale al 2° secolo d.C. ed è contenuto nel Silappadhikaram, uno dei cinque grandi poemi epici della letteratura Tamil. Secondo i racconti, “il mare crudele” prese la terra governata dai re Pandiyan, compresa tra i fiumi Pahruli e Kumari, corsi d’acqua che un tempo fluivano nel continente ormai sommerso.
Quando le teorie su Lemuria arrivarono nell’India coloniale, il popolo cominciò a considerare le antiche leggende come fatti storici. Come risultato, Lemuria fu rapidamente identificata con Kumari Kandam, caricando la leggenda di sentimenti nazionalisti.
I nazionalisti sostenevano che i re Pandiya di Kumari Kandam erano i governanti di tutto il continente, e che la civiltà Tamil fosse la più antica del mondo. Quando Kumari Kandam fu sommersa, la sua gente si sparse in tutto il mondo fondando diverse civiltà. Da qui, l’affermazione che il continente perduto è stato anche la culla della civiltà umana.
Secondo quanto riporta wikipedia, R. Mathivanan, l’allora caporedattore del‘Tamil Etymological Dictionary Project of the Government of Tamil Nadu‘, nel 1991 affermò di aver decifrato la scrittura Harappa, riferendosi a brevi stringhe di simboli connessi con la Civiltà della valle dell’Indo, in uso durante il periodo Harappa maturo, tra il 26° e il 20° secolo a.C.
I risultati della traduzione restituirono quello che secondo Mathivanan era l’antica cronologia che gli antichi tramandavano, facendo riferimento ai periodi più remoti della civiltà terrestre.
Mettendo da parte quanto viziato dai sentimenti nazionalistici dei Tamil, quanto potrebbe essere plausibile la storia di Kumari Kandam?
Secondo i ricercatori del National Institute of Oceanography dell’India, 14.500 anni fa il livello del mare era più basso di circa 100 metri, mentre 10.000 anni fa era più basso di circa 60 metri. Dunque, è possibile che una volta esisteva un ponte di terra che collegava lo Sri Lanka con l’India.
Poiché il tasso di riscaldamento globale è aumentato tra i 12.000 e i 10.000 anni fa, è possibile che il livello dei mari abbia provocato inondazioni periodiche. Queste avrebbero sommerso insediamenti preistorici che si trovavano intorno alle basse zone costiere dell’India e dello Sri Lanka.
Storie di questi eventi catastrofici potrebbero essere state trasmesse oralmente da una generazione all’altra, fino a diventare i racconti che narrano le vicende di Kumari Kandam.
Un ulteriore indizio utilizzato per sostenere l’esistenza di Kumari kandam è il cosiddetto ‘Ponte di Adamo‘ (noto anche come ‘Ponte di Rama’), una lingua di terra costituita da sabbia, limo e ghiaia che si estende per 18 miglia, collegando lo Sri Lanka alla terra ferma.
Questo lembo di terra è sempre stato considerato come una formazione naturale. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, le immagini satellitari della Nasa sembrano mostrare un lungo ponte artificiale distrutto sotto la superficie dell’oceano.
L’esistenza di un ponte in questa posizione è supportata anche da un’altra antica leggenda. Il Ramayana racconta la storia di Sita, moglie di Rama, tenuta prigioniera sull’isola di Lanka. Rama ordinò la costruzione di un ponte mastodontico per trasportare il suo esercito di vanara (uomini scimmia) sull’isola.
Come spesso accade per la maggior parte dei miti, sembra possibile che ci siano nuclei storici alla base dei racconti leggendari. Dunque, qualcosa di vero potrebbe esserci anche nelle tradizioni tamil su Kumari Kandam. In che misura, tuttavia, è ancora da determinare.

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