venerdì 14 agosto 2015

Anomalous Aerial Vehicles



Il caso che segue è molto interessante per cinque motivi principali: 1) è una testimonianza di prima mano apparsa su un sito di settore militare. Chi parla in prima persona nell’articolo è rappresentativo di un curriculum militare di tutto rispetto; 2) è accaduto in tempi relativamente recenti e non in un periodo di tanti decenni fa dove è difficile fare delle verifiche approfondite per accertare, in modo inequivocabile e certa, l’origine effettiva del fenomeno osservato; 3) numerosi testimoni militari; 4) intervento censorio di un agenzia apparentemente governativa; 5) in modo ufficiale viene coniato un nuovo acronimo per catalogare tutti quei casi che non si riescono ad identificare in alcun modo e che vengono quindi denominati AAV (Anomalous Aerial Vehicles). Quindi “veicoli aerei anomali”, mezzi artificiali che non hanno nulla a che vedere con mezzi conosciuti su questo pianeta.
Seppur apparso in alcuni forum, questo caso non è stato approfondito da alcun ente o organizzazione ufologica del settore. Fino ad ora. Soprattutto per l’acronimo proposto che non ha nulla a che vedere con fenomeni naturali sconosciuti.
Quindi qui in Italia e – probabilmente – al mondo, il CUN (Centro Ufologico Nazionale) è il primo ad informare l’utenza e gli addetti ai lavori di ciò.
Buona lettura.
Un mio buon amico e vecchio compagno di squadra, Dave “Sex” Fravor, possiede una delle storie dell’aviazione tra le più bizzarre di tutti i tempi. Una storia di ampia credibilità, e dovrò quindi cominciare con la costruzione della buona fede di Dave.
Per quello che vale, io lo conosco personalmente – molto bene. Abbiamo volato insieme sopra gli A-6 (aerei intrusori della US Navy) per un crociera nel “Medio Evo” prima di immatricolarci nel mondo dei velivoli Hornet. E’ un ragazzo divertente. Un ottuso pungente e intelligente, con la tipica sopravvalutazione delle abilità di un pilota da caccia. (Aveva letto l’articolo sugli SHB – Support Helicopter Base – e mi aveva assicurato che il suo era il modo migliore che un Nasty – militare con modi generalmente scortesi – potesse fare. Io lo definisco un ruolo abbastanza comune). Nell’aria, però, Dave era tutto un dovere, un acclarato professionista.
E’ facile ottenere una idea di chi sia e cosa faccia il suo squadrone, basta vedere una miniserie di 10 parti che è stata diffusa sul canale PBS (Public Broadcasting Service). Otterrete una eccellente impressione e precisa di lui sullo schermo durante il suo servizio come comandante del VFA-41 (Strike Fighter Squadron 41 della US Navy).
La mattina del 14 novembre 2004, Dave e il suo WSO (Weapon System Operator/Officer) si avviarono nel cielo blu della California meridionale ad una centinaia di miglia a sud ovest di San Diego. Il loro segnale di chiamata era FASTEAGLE 01. Il suo compagno e WSO si lanciò poco dopo nel FASTEAGLE 02. Salirono in testa alla nave e si incontrarono formalmente prima di partire nella loro zona di lavoro assegnata in mare aperto a sud della USS Nimitz. Un giorno normale, nel bel mezzo di normali operazioni di ciclo di lavoro pre-distributivo.
Il Nimitz Carrier Strike Group era già in fase di stazionamento da un paio di settimane, lavorando per integrare le operazioni di trasporto con diverse navi di supporto, compreso l’incrociatore di missili guida classe Ticonderoga, USS Princeton. Per quanto Dave fosse impegnato, fu una giornata tipo di normale ciclo lavorativo. Un’altra tappa nel lungo viaggio nella preparazione delle navi dello Strike Group e degli aerei dell’Air Wing era quella di lavorare in armonia per il loro successivo schieramento di combattimento.
Ciò che Dave non sapeva era che la USS Princeton, per parecchi giorni precedenti, aveva raccolto alcuni ritorni bizzarri sulla meritevole “Death Star” (Stella della Morte) del radar SPY-1. A più riprese, a partire dal 10 novembre 2004, il Fire Control Officer e la notevole esperienza del comandante maggiore del Fire Control avevano rilevato diversi ritorni che scendevano da molto al di sopra del volume dello schermo radar – da qualche parte superiore agli 80.000 piedi.

I target radar, denominati Anomalous Aerial Vehicles (AAV), veicoli aerei anomali, scendevano da oltre 80.000 piedi di altitudine per librarsi a 50 piedi dall’acqua in una manciata di secondi.

Sempre nello stesso punto, ad una latitudine/longitudine di circa 30 miglia nautiche al largo della costa di Baja, a circa 70 miglia nautiche a sud ovest di Tijuana. A quel tempo, lo SPY-1 era il radar tattico più sofisticato e potente del pianeta. Con esso, sono stati in grado di tenere traccia di questi AAV mentre scendevano, svolazzavano, giravano e sfrecciavano con accelerazioni più veloci di qualunque aereo amico o nemico noto. Incredibilmente veloci.
Una volta che gli aerei della Air Wing arrivarono a bordo della Nimitz, il team del Fire Control della USS Princeton vide l’opportunità di utilizzare la qualità e una buona vista per aiutare a risolvere il mistero degli AAV.
Nello stesso momento, il volo FASTEAGLE stava concludendo la sua formazione programmata e l’ufficiale comandante dello squadrone Marine Hornet dello VMFA-232, il tenente colonnello Kurth “Cheeks” stava completando un volo di controllo post-manutenzione non troppo lontano. Fu il primo manovratore veloce contattato dalla USS Princeton. La comunicazione fu strana e intrigante. Gli fu chiesto di indagare su un contatto in volo non identificato. Questa non era una richiesta terribilmente insolita quando lo Strike Group era in transito o schierato lontano dalle acque di casa, ma era più che un poco strana in vista del porto di casa a San Diego. In aggiunta alle insolite comunicazioni, gli fu chiesto cosa tenesse a bordo. La risposta fu: “nulla”.
Mentre la USS Princeton comunicava con “Cheeks”, stava anche cercando di consegnare il loro contatto AAV allo E-2C Hawkeye della Air Wings, in quel momento anche in volo. All’equipaggio del VAW-117 era stato fornito, durante la loro formazione, il controllo di intercettazione per il volo FASTEAGLE. La USS Princeton voleva mantenere l’E-2 per guidare il Super Hornet a una intersezione con il contatto AAV, in quel momento fluttuante sul suo punto favorito, ma che restava a circa 20.000 piedi al di sopra dell’oceano.
aav2-comiteI ritorni AAV non erano abbastanza forti per apparire sulla vasta curva dello E-2, ma una volta concentrati sulle coordinate del radar della USS Princeton vennero diretti verso essi, ottenendo un piccolo contatto. I ritorni radar provenienti dal contatto non furono sufficienti, però, a generare una traccia di destinazione. In questo modo la USS Princeton tolse l’E-2 dal controllo e contattò direttamente FASTEAGLE. Anche se non era in grado di bloccare gli AAV, il controller E-2 rimase in frequenza e ascoltò l’intera conseguente evoluzione.
Come “Cheeks” si avvicinò sul punto in cui era stato indirizzato, la USS Princeton gli consigliò di restare al di sopra di 10.000 piedi, visto che il gruppo dei Super Hornets si stava avvicinando all’obiettivo. Il suo radar captò le due navi FASTEAGLE, ma nessun altro contatto. Un istante più tardi la USS Princeton gli ordinò di “saltare” e ritornare alla nave. Dal momento che era vicino, decise di volare sopra l’azione e di dare una sbirciatina.
Il mare era calmo, quasi vitreo liscio ed era tarda mattinata in un meraviglioso giorno della California del Sud. Condizioni perfette. Come “Cheeks” volò sopra, vide una sorta di perturbazione sulla superficie dell’oceano. Un’acqua turbolenta di forma rotonda di circa 50-100 metri di diametro. Era la sola zona e la tipologia, che lui chiamava “White Water” (Acqua Pallida o Bianca), che descrive come se sembrasse che ci fosse qualcosa sotto la superficie simile a un banco o come simile ad una nave che affonda.
Sorvolò la turbolenza ed effettuò mezzo giro in direzione della Nimitz senza mai vedere cosa causasse il movimento dell’acqua. Mentre si voltava prendendo distanza, si trovò nel momento in cui i Super Hornets convergevano sulla posizione interessata, notando che la cosiddetta “acqua pallida” era scomparsa e l’oceano era ritornato al suo normale stato. Il punto della precedente turbolenza divenne completamente indistinguibile.
A qualche migliaia di piedi sotto di lui, vista l’esperienza surreale, Dave chiese se i caccia FASTEAGLE provenienti dalla USS Princeton portavano tutti degli ordigni. Lo sconcertato WSO rispose a Dave che tutto quello che avevano era due missili di addestramento. Furono forniti dei rilevamenti e la distanza dei vettori di un insieme di coordinate e fu ordinato di indagare su un contatto aereo sconosciuto su quel punto.
Senza ulteriori informazioni sul contatto, scesero ancora ma lo schermo radar non mostrava nulla (…).
(…) Tutti e quattro gli equipaggi, da questo istante, avevano gli occhi puntati in avanti. La prima inusuale indicazione presa da Dave era la zona di “acqua pallida” sulla superficie, guardata dall’alto da “Cheeks” mentre volava via. Si ricordò che aveva le dimensioni di un 737 e forse il contatto era stato inviato da un aereo di linea prima che si inabissasse. Manovrò il suo F-18 verso il basso per ottenere una vista migliore. Come scese ad una quota di 20.000 piedi, fu sorpreso nel vedere un oggetto che si muoveva appena sull’acqua schiumata. Era completamente bianco, privo di tratti distintivi, di forma oblunga ed effettuava dei minimi movimenti laterali, restando ad una costante bassa quota sul disco di acqua agitata.
Dave posizionò FASTEAGLE 02 in alta copertura passante attraverso 15.000 piedi circa, facendo sì che lui e il suo testimone WSO avessero un punto di osservazione ottimale. Dave continuò la sua discesa verso l’oggetto, cercando inoltre di asservire il radar attraverso il suo HMCS (Helmet Mounted Cuing System) per ottenere un piccolo blocco estensivo. Senza fortuna. La sua intenzione era quella di passare vicino l’oggetto ad una distanza di circa 350 nodi, ma come egli si avvicinò notò che l’AAV aveva orientato una delle sue minuscole estremità verso di lui, come se, dalle sue parole, “ci avesse appena notato“, puntando così su di loro.
L’AAV allora cominciò a salire di quota dalla sua posizione stazionaria. L’oggetto venne descritto in seguito come un “tic-tac” (…).
(…) Attraverso queste manovre, il WSO di Dave trasmise in tempo reale gli eventi di intercettazione alla USS Princeton. Gli operatori radar dello E-2 ascoltarono in rete sicura ciò che sembrava una delle centinaia di intercettazioni che avevano sentito nel corso degli anni. Con la notevole eccezione che le voci degli equipaggi erano molto stressate e il lessico dell’obiettivo ID era diverso da tutto quello che avevano sentito prima.
Nei loro commenti di debriefing, Dave, il suo WSO e gli altri due equipaggi dichiararono che l’oggetto inizialmente si librava come un Harrier. Venne descritto come di colore bianco uniforme, di circa 14 metri di lunghezza (approssimativamente della forma di un caccia), avente un asse mediano orizzontale visibile (come una fusoliera), ma non aveva finestre visibili, motori, ali o sistemi di propulsione.
Mentre Dave portava il naso in avanti, cercando di ottenere una visione completa con il suo radar per un combattimento, l’AAV rafforzò la sua girata, “salendo verso l’alto, poi verso le retrovie”, come descrisse Dave, passando dietro la sua coda, accelerando e andando via a velocità multi-Mach. Dave immediatamente interrogò la USS Princeton per verificare dove fosse l’oggetto, ma anche il radar SPY-1 aveva perso il contatto. Le prime chiamate della USS Princeton erano “immagini pulite”. (…)
(…) La USS Princeton aveva rilevato l’AAV fluttuante a 24.000 piedi sulla latitudine/longitudine assegnata da Dave e che aveva precedentemente utilizzato, come punto orbitante, durante l’addestramento.
Anche se a corto di carburante, il volo FASTEAGLE girò verso la posizione dove era presente l’AAV per cercare di prenderlo di nuovo. Non vide però più nulla sulla via di ritorno alla Nimitz. Anche il cerchio di circa 100 metri sull’acqua agitata dell’oceano era scomparso. Quella zona era ormai indistinguibile dal resto della superficie del mare. Alla domanda successiva, Dave riferì di non aver visto nulla al di sopra o al di sotto della superficie del mare che possa aver originato quel cerchio d’acqua turbolento. Era presente quando in precedenza acquisì visivamente il “tic-tac”, ma scomparve quando Dave ritornò e lo aggirò qualche minuto dopo.
Tornati sulla Nimitz, i quattro membri dell’equipaggio si diressero a bordo del paraloft per ritirare il loro equipaggiamento. I successivi quattro equipaggi provenienti dal VFA-41 furono abbigliati per la loro missione di addestramento nella stessa area, utilizzando le stesse latitudini/longitudini assegnate come punto CAP (Combat Air Patrol). Dave e i suoi membri di equipaggio trasmisero ciò che avevano visto e rammentarono di ottenere la registrazione su nastro, se fosse stato possibile.
Erano le ore 15:00 (ora locale), quando ci fu la partenza, incontro e ispezione del nuovo equipaggio con l’E-2 per il controllo. Gli aerei separati, con una sola direzione, quella della stessa posizione meridionale CAP. Erano in volo di crociera a 20.000 piedi e 300 nodi, massima resistenza. Ancora una volta, il jet, il radar e, anche, il nuovo di zecca FLIR (Forward Looking Infrared Radar) funzionarono perfettamente.
Il primo contatto sul radar che prese WSO fu intorno alle 30 miglia nautiche di distanza mentre operava in modalità WSO. Controllò le coordinate e, in effetti, si trovava in preciso volo stazionario sul punto CAP. Tentò diverse chiusure STT (Single Target Track), senza alcun risultato. Più tardi, nel debriefing, spiegò che ebbe molteplici spunti indiziari di EA (nel gergo militare “electronic attack”) sul radar.
L’aspetto del bersaglio del file tracciato stava girando di 360 gradi assieme ad alcune altre distinte indicazioni di interferenza. Nella modalità di scansione meno precisa, il ritorno radar indicava che l’oggetto era, secondo le parole del WSO, “a poche migliaia di piedi sotto di noi”. Attorno ai 15.000-20.000 piedi, ma che si librava in modo stazionario. L’unico movimento fu generato dalla conclusione dalla caccia nella posizione CAP.
Il ricorso del WSO alla gondola aeronautica (involucro di forma aerodinamica atto a contenere i passeggeri, un impianto, un motore o un serbatoio di un aeromobile, cit. “Wikipedia”) a bordo, asservì alla pista deboli modalità RWS che erano state in grado di generare. Registrò la seguente sequenza al registratore di bordo. Utilizzando la modalità IR (Infrarosso), fu in grado di agganciare l’AAV. Sullo schermo e su nastro appariva come un oggetto bianco stazionario in uno sfondo nero senza alcun accorgimento noto.
La telecamera ad infrarossi non rilevò alcuna emissione scoppiettante di gas caldo proveniente da sotto l’AAV, come farebbero un Harrier o un elicottero. Era semplicemente sospeso a mezz’aria. Passando alla modalità TV, fu in grado di soffermare di nuovo il FLIR sull’oggetto, cercando anche, senza fortuna, di ottenere una traccia dell’AAV sul radar. Mentre osservava il radar, l’AAV si spostò dal suo schermo, improvvisamente verso sinistra, sembrando quasi a scomparire. Sul nastro, quando venne rallentato, si vide l’oggetto accelerare da fuori il campo visivo ad una velocità scioccante.
Il WSO non fu in grado di riacquisire l’AAV sia in modalità RWS o con il FLIR. In qualche modo il nastro fece la sua apparizione su Youtube. Pochi anni dopo l’incidente, quando fui il primo ad ascoltare la sua storia, Dave mi segnalò il link. Era insignificante senza le informazioni di fondo, ma racchiuso nel suo contesto era incredibile, soprattutto la slow-motion del punto di accelerazione fuori dello schermo. Per anni ho raccontato la storia ad amici e mostrato loro il video come risalto.
Tuttavia, nel mese di febbraio 2015, ho chiamato Dave per rinfrescarmi la memoria prima di sedermi a scrivere di questo bizzarro incontro. Lui mi informò che il video era stato rimosso da Youtube. Mi disse che una agenzia governativa con un identificativo di “tre lettere” condusse recentemente una indagine sugli AAV ed intervistò in modo esauriente tutte le parti coinvolte.
Tutti i sette equipaggi di volo, inclusi i sei equipaggi provenienti dal VFA-41, “Cheeks” proveniente dal VMFA-232, il Fire Control Officier, l’esperto comandante della USS Princeton e l’operatore radar dello E-2. Interrogarono anche l’equipaggio della USS Lousville, un sottomarino “Attacco Veloce” classe Los Angeles che si trovava nell’area, nell’ambito del Nimitz Carrier Strike Group e riportarono che quel giorno non ci furono contatti sonori non identificati o strani rumori subacquei.
Non sono sicuro da cosa fossero stati prodotti questi eventi. Dal primo ascolto ho amato questa storia, perché è così folle. Fino a quel momento, non avevo mai dato peso agli UFO o agli alieni. Fu un spreco di potenza della CPU a rimurginare una domanda del genere. Se avessero voluto entrare in contatto, lo avrebbero fatto. Se volessero osservarci da una certa distanza, allora sarà impossibile percepirli data per accettata l’alta tecnologia necessaria per farci visita.
Ma ora mi trovavo di fronte a testimoni incredibili. Non sono pazzi che portano i cappelli di carta stagnola, ma persone che conosco e del mio mondo (militare). Ci furono diverse, confermate piattaforme operative che hanno rilevato gli AAV con l’utilizzo di vari sensori. E, naturalmente, minimo otto testimoni oculari che ebbero una visuale sul “tic-tac” mentre Dave manovrava per fondersi con esso. Non ha bisogno di essere un estraneo neanche per voi. Guardate la serie della PBS, “Carrier”, e creerete in voi la vostra opinione sulla sua professionalità e la sua sanità mentale.
Poi inviatemi il vostro miglior design per un cappello di alluminio…
Paco Chierici è un pilota navale in pensione. Paco ha accumulato 3.000 ore di volo e quasi 400 insidie volando su A-6 Intruder e F-14 Tomcat in servizio attivo per 10 anni, e su F-5 come pilota del Navy Adversary per successivi 10 anni nelle Navy Reserves. Paco è creatore e produttore del premiato documentario-avventura di aviazione navale “Speed and Angels”. Attualmente Paco vola per una grande compagnia aerea, dalla qualifica tipo Boeing 757/767 e Airbus 330. Dopo aver lasciato l’aviazione militare.
Antonio De Comite

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