Il problema degli Ufo, come evento sociologico, scientifico e di gossip è stato di fatto sdoganato da imbarazzi nella sua trattazione, da quando molti organismi militari di vari paesi i tra cui il nostro, hanno consentito la visione dei cosiddetti X-files secretati e poi declassificati pubblicandoli su Internet o su libri. Ultimo fulgido esempio ne è il libro bestseller “UFO i Dossier italiani” con oltre diecimila copie vendute in pochi mesi, scritto da due navigati giornalisti, che avendo avuto accesso ai famosi archivi hanno semplicemente pubblicato “sic et simpliciter” senza commenti, le schede ed i rapporti di avvistamento di oggetti volanti non identificati, pervenuti al Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, tramite le segnalazioni giunte da carabinieri, piloti civili, militari e privati cittadini.
Ne esce un quadro davvero incredibile nel quale emergono alcuni episodi davvero eclatanti. Una briciola se paragonata alla documentazione mondiale “ufficiale” online cioè quella realizzata dal Ministero della Difesa Britannico e il CNES francese o le varie autorità militari competenti dei paesi latino americani dove si spazia dal Brasile, al Cile all’Argentina fino all’Equador, al Perù e al Venezuela e a cui si sono aggiunti Australia e Nuova Zelanda. Lì emerge una documentazione sterminata, ricca di documentazione genuina fatta di rapporti di personale altamente specializzato, corredato da fotografie, tracciati radar, testimonianze varie, che solamente per una rapida lettura non basterebbe una vita. Ed emerge che il fenomeno UFO è stato più volte affrontato come problema di rilevanza strategica, con rapporti di commissioni tecniche che hanno studiato il problema pragmaticamente: aldilà del dibattito sulla natura del fenomeno il problema della presenza degli Ufo è reale ed esiste semmai un problema relegato alla sicurezza dei voli aerei ed eventualmente alla sicurezza militare in termini di difesa dello spazio aereo.
Non solo, ma a livello scientifico si è pragmaticamente posto il problema: se questi oggetti non sono solo un fenomeno naturale ma il frutto di una tecnologia evidentemente non terrestre, siamo noi oggi in grado di comprendere la ragione del fenomeno? Per la nostra logica utilitaristica, tali manifestazioni aeree non riassumono nulla nel campo delle specifiche di ingegneria umana. Nemmeno nel suo eventuale utilizzo, sia civile che militare, perché mai impiegato in ambiti operativi, risultando dopo oltre 60 anni il più grande fallimento industriale dell’umanità. Altro che prototipi segreti, che avrebbero sorvolato banalmente centri abitati o aree turistiche affollatissime, violando tutte le norma di sicurezza con il rischio di essere appunto identificati, o fotografati da ignari turisti, facendo cadere proprio la prerogativa della segretezza. E poi se pensiamo ai costi, diventerebbe inconciliabile con qualsiasi bilancio se si considera che per un F22 “Raptror” statunitense, il costo incrementale per ogni esemplare in più sarebbe attorno ai 138 milioni di dollari.
Ma se si accettasse l’ipotesi della natura extraterrestre del fenomeno Ufo, tutte le congetture e ipotesi salterebbero, poiché il salto logico per tentare di comprendere una super tecnologia in grado di raggiungerci da chissà quale stelle o galassia o addirittura universo, sarebbe frustrante. Le varie scale di probabilità di civiltà nell’universo con la loro capacità e ricaduta tecnologica sono illuminanti. Vedi le varie ipotesi di sviluppo di civiltà extraterrestri,come l’analisi delle probabilità di classificazione delle civilizzazioni galattiche di Isaac Asimov oppure la scala di Kardashev di Shklovskii ed infine la scala di Michio Kaku.
Dalla scienza e ricerca alla politica. Infatti in parallelo anche nella campo della politica è stato trattato il tema degli oggetti volanti non identificati. In molti paesi tra cui l’Italia, fin dagli anni ’50 agli albori del fenomeno, sono stati affrontati anche se in maniera talvolta discutibile, dibatti parlamentari ad hoc coinvolgendo nel tempo trasversalmente tutte le forze politiche presenti in parlamento e persino in quello europeo, coinvolgendo persino le Nazioni Unite con dichiarazioni ad Hoc di vari segretari generali come U Thant, Kurt Waldheim, Perez de Cuellar, che hanno affrontato tale tematica come ad esempio la famosa “Recommendation to Establish UN Agency for UFO Research” – UN General Assembly decision 33/426, 1978.
È grazie al dibattito parlamentare che si poté stabilire di istituire anche nel nostro paese, un “ente di stato”, che studiasse tale fenomeno. Famosa fu l’interpellanza fatta dall’On. Falco Accame al governo Andreotti sugli avvistamenti del 1978 che produsse poi l’ipotesi di affidare al CNR tale mansione. Ipotesi che svanì ma che generò a breve la costituzione di un reparto ad hoc della forza armata dell’aeronautica militare, preposto però non allo studio del fenomeno, ma al suo monitoraggio in chiave statistica e di sicurezza aerea.
Oggi si riflette ancora se fu un’occasione mancata, e proprio per questo a Roma si svolge il congresso internazione di ufologia organizzato dal CUN dove il tema dibattuto con una tavola rotonda è proprio “Ufo: politica e ricerca, quale informazione” e dove sarà presente lo stesso Accame. Intanto, quasi in concomitanza con l’evento romano, alla libreria del congresso di Washington è stato organizzato dalla NASA un meeting internazionale sul tema “prepariamoci alla scoperta degli Alieni” e dove Padre Guy Consolmagno, neo direttore del “Vatican Observatory Foundation” presenterà il libro “Would You Baptize an Extraterrestrial?”
Ma questa è un’altra storia.
Vladimiro Bibolotti, 9 ottobre 2014
Presidente Centro ufologico nazionale
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