Sulla superficie nei pressi del suolo: cosa si cela all’interno?
Il Cairo – Il mistero delle piramidi che da secoli cattura le fantasie e l’emozione degli uomini si apre su un nuovo scenario.
Questa volta si tratta di alcune anomalie termiche riscontrate sulla superficie di quattro piramidi del Cairo, tra cui quella di Cheope.
Sono i primi risultati delle analisi termiche effettuate sulla base della missione “Scan Pyramids”, lanciata il 25 ottobre scorso da un équipe di ricercatori egiziani, francesi giapponesi e canadesi, che aprono la strada a una molteplicità di possibili interpretazioni.
Grazie a una tecnologia agli infrarossi hi-tech e a scanner ultra sofisticati, i ricercatori hanno potuto sondare le piramidi di Cheope e Chefren, che con quella di Micerino si ergono nella piana di Giza, e le due di Dahchur, a sud del Cairo.
Gli scienziati, si legge in un comunicato della missione di ricerca, hanno notato una quantità di anomalie termiche su tutti i monumenti esaminati ma una di queste, soprattutto, è considerato particolarmente impressionante. Si trova sulla superficie della piramide di Cheope, vicino al suolo. Come ha spiegato il ministro alle Antichità egiziano Mamdouh Eldamaty.
“Questa zona segnala una temperatura diversa. Che cosa potrebbe celarsi all’interno di questo tempio funerario? È una domanda che intriga tutti gli egittologi, soprattutto quelli interessati all’architettura egizia”, ha sottolineato Eldamaty .
La temperatura della superficie della piramide è più o meno omogenea a parte questi tre blocchi su cui la temperatura è di 6 gradi superiore a tutto il resto. Come si può notare osservando le immagini delle telecamere termiche dove appaiono dei colori caldi mentre il resto del monumento è caratterizzato da tinte fredde che spaziano dal blu al magenta.
Le ragioni di queste anomalie restano ancora sconosciute ma già gli incauti favoleggiano di camere segrete all’interno delle quali potrebbe celarsi una tecnologia avanzatissima quanto misteriosa. Il progetto di ricerca continuerà sino alla fine del 2016 e rappresenta un nuovo tentativo per cercare di chiarire il segreto che ancora circonda, da oltre 4.000 anni, la costruzione delle piramidi. Possibilmente con il permesso di Tutankhamon e Nefertiti, onde evitare una nuova ondata di vere o presunte maledizioni di cui il mondo, e il Medioriente in particolare, non sembrano proprio avere alcun bisogno. (Immagini Afp)
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