Lo sconcertante fenomeno dei crani allungati si arricchisce di un nuovo elemento che aggiunge mistero al mistero: il teschio allungato di un bambino di due anni con la dentatura di uno di sei! Articolo di Brien Foerster.
Anche se sono stati ritrovati praticamente il tutto il mondo, il Perù e la Bolivia dispongono di alcuni tra i più affascinanti crani allungati che l’archeologia tradizionale fatica a spiegare adeguatamente.
Forse il più enigmatico è quello rinvenuto presso la riva meridionale del Lago Titicaca, in Bolivia. Si tratta di un cranio infantile, di un individuo di meno di due anni, ma che dispone di un teschio decisamente allungato.
La maggior parte degli studiosi ritengono che la deformazione cranica, pratica abbastanza comune nella zona del Lago Titicaca circa 2000 anni fa, fosse praticata seguendo un unico metodo. Ma il teschio in questione potrebbe essere un’eccezione.
Il profilo del teschio sembra indicare che la testa del bambino era molto più complessa nella forma di un normale allungamento cranico, non presentando nessun appiattimento della parte posteriore del cranio, effetto collaterale tipico della pratica.
Un altra cosa strana è che il cranio di questo bambino presenta una dentatura completa di 24 denti, la quale non si presenta prima dei sei anni. Eppure, la fontanella, indica che l’individuo doveva avere un’età inferiore ai due anni.
La fontanella è una caratteristica anatomica del cranio dei neonati. La calotta cranica è formata da cinque ossa piatte: due frontali, due parietali e una occipitale. Pertanto, in ciascuno dei sei punti in cui tali linee si incontrano, sono presenti delle “zone molli” chiamate fontanelle.
Tale condizione ha una duplice funzione: al momento della nascita permette al cranio di deformarsi, agevolando il passaggio della testa del neonato attraverso il canale del parto; dopo la nascita garantiscono al cranio di crescere lasciando al cervello la possibilità di espandersi e svilupparsi correttamente prima della definitiva chiusura delle suture che avviene intorno ai 12-18 mesi di vita.
Il Titicaca e la mitologia pre-Inca
Posto a quasi 4 mila metri sul livello del mare, il Lago Titicaca, con i suoi 8 mila chilometri quadrati di estensione, è il più grande lago del Sud America. E’ talmente esteso che metà delle sue acque appartengono al Perù, mentre l’altra metà alla Bolivia.
Si tratta di un lago molto importante per la mitologia e la storia dei nativi sudamericani, e numerose sono le leggende che narrano di città sommerse nelle acque del Titicaca.
Secondo la mitologia Inca, l’Isla del Sol è il luogo della creazione. Dopo la grande alluvione, il dio Viracocha emerse dalle acque e creò il sole, la luna e le stelle. Poi si diresse verso Tiahuanaco per creare i primi esseri umani, Mallku Kapac e Mama Ocllo (la versione Inca di Adamo ed Eva).
Non è solo il lago Titicaca ad esercitare il proprio fascino enigmatico sui ricercatori di tutto il mondo. Non c’è dubbio che l’intera regione circostante il grande specchio d’acqua sia avvolta dal mistero.
A poca distanza, infatti, si trova l’antica città di Tiahuanaco, uno dei più grandi enigmi archeologici di tutti i tempi, situata a circa 800 metri sopra il livello del lago Titicaca. Certamente si tratta di una delle città più importanti dell’antico Sud America, essendo tramandata come il luogo dove sono stati creati i primi esseri umani.
Gli archeologi hanno dimostrato che la città, in un passato remoto, avesse addirittura un porto. Le strutture ritrovate nel lago Titicaca mostrano che il livello delle acque è drasticamente cambiato nel corso della storia.
Il dibattito sulla datazione delle rovine è molto acceso tra i ricercatori. Alcuni sostengono che la città debba essere collocata al 14 mila a.C., un periodo molto più antico rispetto a quello attualmente ritenuto come l’inizio della civiltà umana.
Uno dei ruderi più enigmatici del sito di Tiahuanaco è rappresentato dalla “Porta del Sole”, un’immensa opera architettonica scolpita da un unico blocco di pietra.
Le figure che decorano la pietra si ritiene abbiano connotazioni astronomiche. Altre, invece, somigliano molto a esseri umani muniti di ali e di caschi rettangolari.
Il rilievo centrale mostra una figura armata di due scettri a forma di serpente, attorniata da altre 48 figure alate, di cui 32 con volto umano e 16 recanti la testa di un condor.
La Porta del Sole venne così chiamata perché posizionandosi davanti ad essa all’inizio della primavera si può osservare che il sole sorge esattamente sopra la metà della porta. Una teoria sostiene che le 48 figure ricavate nella pietra rappresentino lo schema base di un calendario che sarebbe servito a determinare ulteriori riferimenti astronomici.
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